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La tecnica del sovescio rappresenta una tappa importante del processo di conservazione dell’humus nel terreno, soprattutto per gli appezzamenti di grandi dimensioni sfruttati intensamente.

Consiste nel sotterrare piante di leguminose nel terreno, con l’ausilio di un aratro.

L’operazione va eseguita nel periodo della fioritura, quando le leguminose sono più ricche di azoto.

E’ nota, a tal proposito, la «generosità» della famiglia delle leguminose, che unisce alle importanti qualità alimentari dei suoi frutti, ricchissimi di proteine, calcio, vitamine A e D, una straordinaria capacità di fissare l’azoto dell’aria attraverso particolari noduli (le leguminose, come i fagioli, i piselli, le fave, i ceci e le lenticchie, tutti prodotti che, grazie al loro contenuto proteico, possono sostituire egregiamente la carne, hanno costituito in varie epoche la base dell’alimentazione per intere popolazioni).

La famiglia delle leguminose, oltre a comprendere i vegetali generalmente noti come legumi, si estende alla liquirizia, alle foraggere come l’erba medica, la lupinella e il trifoglio, basilari per l’alimentazione del bestiame; ai cespugli come la ginestra; agli alberi di grandi dimensioni come l’acacia o come i maestosi alberi tropicali, i cui baccelli raggiungono, in alcuni casi, una lunghezza anche di 70 cm.

La tecnica del sovescio trae profitto proprio dalla capacità delle leguminose di fissare l’azoto dell’aria; basti pensare che in un ettaro coltivato a leguminose, verrà fissata una quantità di azoto pari a quella prodotta da trenta tonnellate di concime animale.

Il sovescio deve essere eseguito nel periodo di fioritura delle leguminose: è ovvio quindi che effettuando questo tipo di concimazione si dovrà rinunciare alla raccolta dei frutti; tuttavia sappiamo quanto sia importante fornire a un terreno già lungamente sfruttato un periodo di riposo durante il quale rigenerarsi in vista di un nuovo «impegno» per un altro tipo di coltura.

Per compensare in qualche modo le spese d’impianto, è possibile sovesciare le piante al secondo e terzo anno di sviluppo, ottenendo, in tal modo, un certo numero di raccolti.

Naturalmente questo procedimento sarà possibile con piante come l’erba medica o come le foraggere che hanno una vita vegetativa in grado di protrarsi per alcuni anni.

Il sovescio e, in generale, la coltura delle leguminose sono particolarmente indicati per potenziare la fertilità del terreno in cui esistono piantagioni di oliveti, vigne o alberi da frutto.

Non è raro, in effetti, vedere crescere delle fave fra i filari della vite o fra gli ulivi. In questi casi, oltre ad arricchire il terreno degli elementi di cui necessita, si otterrà anche un raccolto di leguminose che potrà essere utilizzato come foraggio per gli animali.

L’uso delle leguminose è fondamentale anche per quanto riguarda l’orto. In tal caso è consigliabile la semina di leguminose a file alternate, in prossimità di colture particolarmente avide di azoto.

Questi importanti principi costituiscono la base della tecnica delle colture miste, che rappresenta un tratto essenziale dell’agricoltura biologica.

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