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Anche quest’anno Findomestic Banca, importante società di credito al consumo, ha presentato i dati del suo Osservatorio relativo ai mercati dei beni durevoli.

Purtroppo quest’anno non è stato rilevato il bricolage, resta il fatto che i dati e le analisi riportate nell’Osservatorio sono comunque molto interessanti per capire meglio il particolare periodo economico che stiamo vivendo e l’atteggiamento degli italiani verso la crisi.

Quelli che riportiamo qui sotto sono i principali risultati dell’Osservatorio annuale, sintetizzati nel comunicato stampa di di Findomestic.

Il tunnel della crisi

Se si immagina la crisi come un tunnel il 40% degli intervistati pensa di essere a metà percorso, la stessa percentuale ritiene di non essere giunta a metà del guado e solo il 20% crede di essere in vista dell’uscita.

Il maggior timore sembra essere quello di non disporre di abbastanza “ossigeno” per arrivare alla fine.

L’uscita dal tunnel sarà, per la maggioranza degli intervistati, contraddistinta da una ripresa lenta e faticosa, connotata da un serio problema occupazionale e da un conseguente aumento delle disparità sociali.

La classifica dei sacrifici di fronte alla recessione è molto chiara: si comprimono le spese per i mobili, l’abbigliamento, i viaggi e le vacanze, il tempo libero e le collaborazioni famigliari, ma non si fanno tagli su istruzione, spese alimentari e mediche.

La famiglia è diventata una vera e propria mini azienda in cui si reagisce alla recessione in funzione di quanto si è stati colpiti, quasi sempre con una stretta sui costi, senza però dimenticare il morale e quindi con la concessione talvolta di beni consolatori: le gite, le vacanze brevi, qualche ristorante, un gelato, il DVD a nolo anziché il cinema.

I mercati

Il comparto auto chiude il 2009 con un calo contenuto dell’immatricolato del 2,7% grazie al buon andamento della domanda dei privati favorita dagli incentivi stanziati a febbraio e nonostante la marcata diminuzione degli acquisti aziendali.

Il segmento più penalizzato è stato quello dei diesel che ad ottobre segnava un meno 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il calo delle auto alimentate a benzina è stato del 15% circa nello stesso lasso di tempo, mentre le auto a gpl, a metano ed elettriche sono aumentate del 186% arrivando a costituire il 20% del totale dell’immatricolato.

Le cilindrate medio piccole sono state quelle contraddistinte dalla maggiore dinamicità.

Gli incentivi governativi assieme alla crisi internazionale hanno fortemente penalizzato gli acquisti di auto usate che hanno segnato una contrazione in volumi del 7% circa.

Il settore dei veicoli a due ruote ha registrato una dinamica negativa.

Nei ciclomotori di cilindrata 50cc il calo delle vendite è stato del 18% circa. Nel comparto delle moto di cilindrata superiore ai 50cc il calo delle vendite è stato più contenuto (-1%).

Particolarmente positiva la performance degli scooter di cilindrata superiore ai 50cc con un aumento del 9% circa nei primi dieci mesi dell’anno; mentre le difficoltà economiche delle famiglie e la mancanza di incentivi specifici hanno penalizzato l’acquisto di motorini per i giovani.

I camper registrano una diminuzione del 30% nonostante gli incentivi volti a sostituire i mezzi più obsoleti.

Il comparto dei beni per la casa segna un aumento dei volumi del 3% circa, che tuttavia si traduce in un calo di valore del 6% a causa di una diminuzione generalizzata dei prezzi del 9%.

All’interno di questo settore i prodotti ad elevato contenuto tecnologico hanno evidenziato una buona performance (smartphone, notebook tv e decoder), contrastata tuttavia dalla dinamica negativa dei beni ad elevato importo e basso contenuto tecnologico (mobili e elettrodomestici bianchi).

Il comparto dei mobili sembra aver toccato il fondo nel 2009 con una diminuzione in quantità del 10% circa che si è tradotto in un calo in valore del 7% a fronte di prezzi in diminuzione del 2,5%.

Purtroppo le ristrettezze economiche non hanno consentito alle famiglie italiane di fruire degli incentivi statali.

Anche il comparto degli elettrodomestici bianchi è stato caratterizzato da una spiccata sofferenza con diminuzioni in quantità e valore del 6% circa.

Il segmento cottura è stato quello maggiormente penalizzato con una diminuzione del 10%, mentre quello del freddo ha risentito del contraccolpo delle spese fatte negli anni precedenti grazie agli incentivi.

L’andamento dei piccoli elettrodomestici è stato anch’esso negativo con una contrazione dei volumi del 5% e del valore del 3,5% a fronte di una diminuzione dei prezzi del 2% circa.

Gli elettrodomestici bruni hanno mostrato un trend in controtendenza con un aumento dei volumi del 16% che si è tradotto in una diminuzione in valore del 4% a causa di una contrazione generalizzata dei prezzi del 20%.

La star del comparto è stato il segmento video (+30%) con le vendite di TV LCD, il decoder (+ 230%), le TV al plasma. In deciso calo invece personal audio, audio HI FI e car entertainment.

Il comparto delle macchine fotografiche diminuisce dopo dieci anni di forte crescita, soprattutto per quanto concerne le macchine compatte che costituiscono il 75% del mercato, mentre si salvano le reflex.

L’andamento del settore ha evidenziato complessivamente una contrazione delle quantità del 5% circa a fronte di una diminuzione dei prezzi del 7% e del valore del 12%.

La telefonia mostra una dinamica positiva per ciò che concerne le quantità con un aumento del 9% circa che tuttavia si traduce in una diminuzione di valore del 6% a causa di un calo generalizzato dei prezzi del 13,5%.

Il comparto degli smartphone che vale il 16% del mercato è cresciuto a tre cifre a discapito del cellulare.

Il segmento dell’informatica conferma il trend negativo a causa dell’ennesima riduzione dei prezzi (-18,5%), ma anche soprattutto delle riduzioni degli investimenti da parte delle aziende.

La contrazione dei volumi è del 7% e quella del valore del 13%.

Nel 2009 le forti dinamiche deflattive hanno sostenuto la domanda di PC, mentre l’avvento dei notebook (piccoli e poco costosi) ha vivacizzato il segmento dei PC.

La crisi e i suoi effetti: come è vissuta dagli italiani e come superarla

La crisi perdurante ha accresciuto l’insicurezza individuale e relazionale dopo la forte preoccupazione iniziale che per alcuni soggetti è sconfinata nel timore di una totale perdita di controllo.

Per la gran parte degli intervistati la situazione negativa non si è risolta e assomiglia a un lungo tunnel la cui uscita non appare a tutti a portata di mano.

All’interno di questo ambiente dalle tinte fosche gli abituali colori del vivere, fatti di relazioni, ritmi, consumi paiono più spenti e indistinti, causando un crescente senso di insicurezza personale.

Fra i possibili rimedi scelti per reagire ha prevalso quello di far leva sulle proprie capacità individuali per difendersi e contrattaccare a scapito di un approccio più civile, volto ad individuare forme di aggregazione e di solidarietà.

Quando la crisi viene percepita come un pungolo al cambiamento, prevale comunque l’atteggiamento di risposta individuale e solo in un ambiente più acculturato la crisi viene vissuta come un momento per fare auto critica.

In questo caso il cambiamento vorrebbe essere inserito in un contesto collettivo capace di captare questa disponibilità individuale, traducendola in forza collettiva positiva, basata su modelli sociali dotati di un senso di consapevolezza e responsabilità personale.

L’insicurezza si rispecchia in un degrado dei rapporti di lavoro in ambito aziendale. I lavoratori autonomi temono un ulteriore ridimensionamento della situazione economica del Paese con conseguenti difficoltà professionali.

Lo scontro generazionale si esacerba perché l’occupazione non è più una condizione normale legata ad un individuo sano e attivo, ma è ormai percepita come un bene raro, messo sempre più in discussione, che ognuno tenta di tirare a se come se fosse una coperta troppo corta.

La solidarietà si ritrova tra i parenti stretti e in famiglia che è vista come l’ultimo baluardo in cui trasmettere e conservare i valori.

Se si esaminano le preoccupazioni degli italiani di fronte alla crisi occorre segnalare che la criminalità e il mantenimento del posto di lavoro svettano per importanza, soprattutto fra le donne e le persone con i livello di reddito e di istruzione più bassi: certamente le categorie più fragili.

Il tema occupazionale è anche avvertito dai giovani, specie al Sud e nel Nord Ovest. Il timore per la delinquenza è fortemente percepito al Sud.

Per la prima volta quest’anno emerge una nuova paura: quella per l’individualismo esacerbato che si colloca al terzo posto fra le preoccupazioni degli Italiani.

Le minori entrate fanno temere per il mantenimento del tenore di vita anche se i prezzi non aumentano.

Si ha più paura di indebitarsi eccessivamente piuttosto che non ricevere credito dalle banche.

Parimenti sono temuti i rincari dei prezzi in generale e, in particolare, quelli dei servizi pubblici.

Nel medesimo range si pongono altre due preoccupazioni: quelle relative all’ondata migratoria e quelle concernenti il declino dell’Italia rispetto agli altri Paesi.

Gli effetti della crisi implicano un serio ripensamento del proprio concetto di qualità di vita.

Rispetto all’anno scorso è in aumento la categoria degli austeri che dal 48% passa al 59%.

Quanti navigano a vista sono l’11%: una cifra stabile rispetto al 12% dell’anno precedente.

Anche gli energici, ossia coloro che cercano di fronteggiare la crisi aumentando le entrate, sono stazionari, assestandosi sul 7%; mentre sono in lieve aumento i resistenti, cioè quanti difendono ad ogni costo il benessere raggiunto, opponendosi a tagli e rinunce.

La recessione agisce anche sui valori aumentando quelli relativi alla sfera individuale e famigliare: acquisiscono importanza l’avere fiducia in se stessi, il credere nella famiglia e il saper porre dei limiti alle nuove generazioni, la forza d’animo, l’ecologia, lo spirito di sacrificio, l’umiltà, la flessibilità e l’autonomia del fare.

Restano stabili i valori fondativi quali la solidarietà intergenerazionale, l’istruzione, la correttezza e l’onestà.

Dicembre 2009

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