I materiali
Il ferro battuto nella tradizione
Un manufatto artigianale in ferro battuto ha un fascino impareggiabile.
Forgiare e dare forma a un tondino di ferro non è affatto semplice.
Fino ai primi dell’800 il ferro normalmente usato dai fabbri aveva un bassissimo contenuto di carbonio, il che lo rendeva estremamente più duttile e malleabile di quanto sia il ferro che viene usato oggi, tanto da consentirne la lavorazione con il martello senza la necessità di riscaldarlo.
Ormai da più di due secoli il ferro usato dai fabbri ha un contenuto di carbonio dieci o venti volte superiore rispetto a prima, esso è quindi molto più robusto ma anche molto più difficile da lavorare.
Prima di iniziare la forgiatura, il tondino di ferro deve essere portato ad una temperatura compresa tra i 700 e i 1.000 gradi.
A temperature più basse il ferro rischia di creparsi durante la martellatura, mentre se la temperatura è più alta tende ad iniziare la fusione (a circa 1.300°C il ferro inizia la fusione consentendo di saldare due pezzi di ferro senza interporre nessun altro metallo, semplicemente martellando le estremità da congiungere).
Nel filmato, realizzato nell’agosto 2011 durante una dimostrazione delle antiche tecniche artigiane, a Riposto in provincia di Catania, potrete notare come il fabbro sfiori costantemente con le dita il ferro incandescente in modo da tenere sempre sotto controllo la temperatura: un’operazione che necessita di grande esperienza e di dita d’acciaio.
La fucina è molto semplice, si tratta di una sorta di “barbecue” in cui la temperatura della brace viene incrementata con un “ventilatore” a manovella.
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