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Il Made Expo, Salone dell’architettura, design ed edilizia di Fiera Milano, si è chiuso sabato 9 febbraio decretando l’indubbia vittoria della prima battaglia combattuta per portare il grande comparto dell’edilizia e del design a Milano.

Ricordiamo l’operazione di “sottrazione” del SaieDue al calendario di BolognaFiere (vd. “Rotta di Navigazione” in fondo all’articolo).

Gli espositori dichiarati dall’organizzazione sono stati 1.900 e 100 mila sono stati i metri quadrati netti espositivi.

Per quanto riguarda il numero dei visitatori non abbiamo ancora i dati ufficiali ma comunque possiamo certificare una grande affluenza di operatori, sicuramente soddisfacente per una prima edizione.

Naturalmente il successo di Made Expo, considerando la “corazzata” che lo sosteneva (Fiera Milano, Federlegno, UNCSAL e Nike), non è certo una notizia: è, come si dice in gergo “il cane che morde l’uomo“.

La vera notizia, cioè “l’uomo che morde il cane” sta nel titolo del nostro articolo: “lasciate ogni speranza voi che entrate“.

Infatti se raggiungere il nuovo quartiere di Fiera Milano a Rho-Pero è stato tutto sommato semplice, sia in auto, ma soprattutto in metropolitana, altrettanto non si può dire quando, stanchi dopo una giornata di fiera, ci si appresta a tornare a casa o in albergo.

Tentare di abbandonare il quartiere fieristico dopo le cinque del pomeriggio si è rivelata una vera impresa.

In automobile, a causa dei lavori in corso intorno a tutto il quartiere, si era costretti, usciti dal parcheggio, ad incolonnarsi in una interminabile coda di macchine rigorosamente in fila indiana, che alla fine andava a riversarsi sull’imbocco della tangenziale, ovviamente follemente intasato.

Ore di coda per raggiungere l’albergo.

Le sorprese però sono arrivate anche a chi aveva saggiamente scelto la metropolitana come mezzo per raggiungere il Made.

Siamo stati testimoni di quanto accaduto venerdì 8, intorno alle sei del pomeriggio, quando all’uscita dei visitatori si è aggiunta anche quella degli espositori: migliaia di persone si sono riversate ai tornelli di accesso che portano ai treni, con il risultato di una caotica e gigantesca coda informe e imbufalita.

Al di là dei tornelli le forze di Polizia (non i funzionari dell’ATM, che probabilmente se l’erano già data a gambe) cercavano di regolare l’accesso delle persone, una alla volta, ricevendo gli immeritati insulti di molti operatori nazionali e internazionali che sottolineavano come “in un Paese civile queste cose non succedono“, “… ho girato tutto il mondo e non ho mai visto una cosa del genere…” oppure “… dobbiamo proprio sfondare come facevamo a 16 anni ai concerti?…“.

Pretendevano quel minimo di comprensione e collaborazione che avrebbe voluto l’apertura dei tornelli senza bisogno di passare il biglietto magnetico, vero tappo al collo di clessidra che si era creato.

Niente da fare.

Torniamo in fiera

Dopo aver riportato la vera notizia, torniamo sul nostro commento all’andamento del Made Expo, sottolineando come il successo di questa prima edizione è riscontrabile soprattutto nei padiglioni tipici del SaieDue, cioè quelli dedicati all’architettura e alle finiture d’interni; alle strutture, ai sistemi costruttivi e ai materiali; all’involucro edilizio (sistemi di facciata, coperture, ecc.), ma anche a quelli occupati da Europolis, salone dell’arredo urbano, dell’impiantistica sportiva e delle piscine, anch’esso facente parte del “pacchetto” Bologna.

Discreto è stato il padiglione dedicato al Decor and Color Show, lo spazio dedicato ai prodotti vernicianti: mancavano gran parte delle aziende leader del settore, ma, tutto sommato qualche spunto interessante era innegabilmente presente.

Ciò che invece è mancato totalmente è stato il supporto che avrebbe dovuto offrire la milanese Build Up Expo, il salone dell’edilizia nato nel febbraio 2007 e ben presto accorpato dentro a Made Expo.

Possiamo dire che le tecnologie, le macchine e i prodotti per l’edilizia erano assenti dal Made e, quindi, probabilmente rimarranno fedeli al vecchio e consolidato Saie bolognese.

D’altro canto bisogna tenere conto che se il SaieDue era sostenuto da quelle Federlegno e UNCSAL che oggi sostengono invece Made Expo, Build Up Expo nacque senza patrocini particolari da parte delle associazioni settoriali dell’edilizia, che invece continuano a sostenere il Saie.

Build Up non è comunque stata l’unica vittima dell’operazione Made.

E’ infatti con una certa nostalgia che ricordiamo i fasti di una fiera come Sasmil, Salone Internazionale degli Accessori e dei Semilavorati per l’Industria del Mobile, che, affiancata al Made e relegata al padiglione 12 (uno dei più infelici del nuovo quartiere di Fiera Milano) si è ormai sostanzialmente spenta.

Pochi espositori e decisamente scontenti.

Al di là di queste due vittime, Build Up e Sasmil, di cui siamo dispiaciuti, quello che dobbiamo rilevare è che l’impianto della manifestazione è apparso un po’ disorganico ricordando più una vecchia fiera campionaria piuttosto che una moderna manifestazione specializzata.

Non abbiamo trovato spunti di innovazione fieristica che potessero, e che possano per il futuro, giustificare il costo al metro quadrato del quartiere milanese.

Francamente, per 170 euro al mq (da moltiplicare per i 100 mila mq netti dichiarati dall’organizzazione), e i 500 euro di quota d’iscrizione (da moltiplicare per i 1.900 espositori), ci saremmo aspettati qualcosa in più di una grande campionaria composta sul vecchio schema padiglioni/stand, centro servizi/convegni.

Confidiamo nell’anno prossimo.

Febbraio 2008

ROTTA DI NAVIGAZIONE:

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