Fatto da noi
Orticolario: sempre un’evento d’atmosfera
Ed eccomi per la prima volta ad Orticolario, uno dei maggiori eventi florovivaistici del settore.
Da subito capisco che si tratta di un evento molto particolare.
Appena varcata la soglia mi trovo a passare per un viale attorniato da curiosi dischi luminosi che emergono dal prato come fossero dei fiori futuristici.
Dischi che leggo essere dei catalizzatori di raggi UV in grado di risplendere anche nelle giornate più piovose.
Sicuramente un inizio interessante, penso, ed ecco che varcando la soglia del padiglione centrale vengo nuovamente colpita ai 5, o forse sei, sensi dall’istallazione suggestiva che da il benvenuto all’evento.
Uccelli migratori di lucente metallo appesi nel padiglione e una colonna di luce al centro.
Il tutto circondato da alberi e istallazioni realizzate con della ghiaia di vetro che luccica ad ogni passo.
Non manca il sottofondo sonoro che arricchisce il tutto.
Tutto molto zen forse anche troppo, mancherebbe una bella sauna, un lettino relax e avrei potuto rimanere lì in eterno.
La location è d’eccezione, meravigliosa Villa Erba con il suo scorcio sul lago di Como, che per l’occasione è stato abbellito con curiose e colorate realizzazioni in ferro battuto tra le quali mi fanno sorridere le zanzare giganti.
Per fortuna la giornata mi ha regalato sole e un’ottima temperatura consentendomi così di godere appieno dei colori e dei profumi che animavano il parco della villa.
Il tema di Orticolario 2016, molto caro a Moritz Mantero, “centro di gravità permanente” della manifestazione, è stato “il risveglio”, appunto legato al sesto senso, quello più primitivo, e al nostro dover tornare ad essere più vicini alla natura.
Questo tema è stato espresso, in concerto e a propria interpretazione, da vari artisti che hanno realizzato delle istallazioni molto suggestive per risvegliare i sensi di chi le attraversa.
Tra queste mi ha particolarmente colpito l’istallazione volutamente senza wifi, nonostante, per come realizzata, sia particolarmente adatta a contesti urbani, ove normalmente è pretesa la connessione h24.
Il concetto è proprio disconnetterci per riconnetterci a ciò che ci circonda; un giardino sobrio in cui troneggia una meravigliosa statua che sembra posarsi leggera sul filo d’acqua che le scorre sotto.
Molto divertente è stata l’istallazione che ricrea un giardino sotto la pioggia, dato che le nuvolette presenti ci hanno risparmiato.
Con questo percorso ho potuto usare l’ombrellino d’emergenza e fare due passi tra piante orientaleggianti e carpe Koi.
Molto suggestivo anche il percorso a ritroso dei tre giardini racchiusi simbolicamente in tre scatole, create con telai in ferro smaltate di bianco.
Il percorso prevedeva un inizio di camminata dal primo e più grande cubo, che racchiudeva un giardino ordinato e minimale, per poi passare al un secondo cubo, più raccolto e meno organizzato (anche la sensazione sotto i piedi cambia) e arrivare infine al terzo cubo, più claustrofobico, con vegetazione selvaggia molto avvolgente e un diffusore che rinfresca l’aria al passaggio.
Decisamente un viaggio sensoriale che è valsa la pena provare.
Una volta terminato il giro organizzato per la presentazione alla stampa, eccomi libera di passare in rassegna i numerosi e sceltissimi stand di Orticolario.
Gli stand sono vere e proprie piccole istallazioni artistiche e oltre alle mille varietà di piante e fiori, da far girare la testa, si spazia dal cioccolato, alle spezie, a manufatti artigianali di vario genere.
Una bellissima collezione di tazze da tè e tisane mi ha ipnotizzato quasi quanto l’ala dedicata alle camelie.
Per chi come me adora questa pianta e i suoi meravigliosi fiori è stato davvero emozionante vedere quante varietà esistano e quante starebbero benissimo nel mio giardino, per fortuna sulla mia utilitaria non era possibile trasportarne o mi sarei portata a casa un’intera piantagione.
Oltre al piacere per gli occhi si aggiunge il piacere per il palato, non mancavano infatti stand culinari con diverse prelibatezze: dal fritto primavera con verdure e frutti misti al gelato dai sapori orientali, su quest’ultimo è caduta la mia scelta e ho azzardato un assaggio di gelato agli azuchi tra due cialde di riso, non male devo dire.
Curiosa novità: il museo della Merda e il prodotto che l’ha ispirata, ossia la Merda Cotta.
Al di là del divertimento che suscita il nome è molto pregevole come materiale e si inserisce perfettamente nell’ottica di un prodotto ecosostenibile e di riciclo, vale la pena di approfondire il discorso e decido di fare un giro guidato al interno del museo che per l’occasione è stato allestito nelle cantine della villa.
Vi consiglio di leggere l’approfondimento sulla merda cotta, non ve ne pentirete.
In conclusione, avrei voluto passarci più tempo. Orticolario è davvero un evento adatto a tutti, bambini e adulti, appassionati e non.
Avrei anche voluto comprare un’infinità di cose meravigliose, ma per fortuna, complice il consiglio spassionato di chi conosce bene queste tentazioni e il poco spazio in macchina, mi sono limitata a tornare a casa con la cosa più preziosa di questa edizione, un bellissima Anemone.
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