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Sano, versatile e semplice da coltivare: il finocchio non può mancare nell’orto di casa, anche perché il clima italiano è perfetto per la sua crescita.

Appartiene alla famiglia delle apiaceae: perciò, non va messo a dimora dopo carota, sedano e prezzemolo, che appartengono alla stessa famiglia botanica.

Il terreno

Il finocchio viene coltivato su un terreno preparato con compost o letame per renderlo fertile oppure un terreno già letamato (per esempio, dopo lo zucchino).

Il terreno deve drenare facilmente l’acqua per evitare il ristagno, causa di malattie crittogamiche.

Da evitare i terreni troppo compatti come quelli prevalentemente argillosi e quelli che hanno poca struttura.

L’irrigazione

La coltura va seguita con costanti irrigazioni, facendo attenzione a evitare i pericolosi ristagni d’acqua.

Una delle malattie più dannose del finocchio è la sclerotinia: la parte aggredita dal fungo si ricopre di una patina di colore bianco candido e marcisce.

La si previene con la corretta irrigazione (senza ristagni).

La messa a dimora

Il finocchio può essere seminato in gennaio e febbraio (specie al Sud), per la raccolta estiva e da luglio a settembre (al Centro e al Nord) per il raccolto autunnale e invernale.

Il finocchio non sopravvive con temperature inferiori a 7 gradi e teme il ghiaccio: in caso di freddo inaspettato, coprite il terreno con un tunnel di tessuto non tessuto. D’estate la luce favorisce la crescita della pianta, ma anche in caso di temperature oltre i 30 gradi bisognerà proteggere le piantine.

Se seminate in primavera, preferite la varietà di finocchi mantovani; in autunno invece potete optare per i finocchi romaneschi.

Se seminate le piantine già pronte, trapiantatele quando avranno raggiunto i 15 centimetri di altezza, interrando il colletto delle piantine di 4-5 centimetri e lasciando almeno 20 centimetri tra una pianta e l’altra e 50 centimetri tra le file.

Il finocchio può essere coltivato anche nei vasi sul balcone, anche perché è piuttosto decorativo e di bell’effetto tra i fiori.

Basta usare ciotole larghe e profonde circa 30 centimetri, dove disporre i finocchi in gruppo, oppure vasche lunghe e rettangolari, dove piantarli in fila.

L’imbianchimento

Per ottenere finocchi teneri, bianchi e dolci si effettuano le rincalzature: quando il grumolo, ovvero la parte tondeggiante del finocchio, è grande quanto una mela, gli si accosta tutto intorno la terra, fino a coprirlo.

Quando il finocchio sarà diventato grosso, si ammucchia la terra intorno ai fusti esterni. In questo modo il finocchio sarà anche protetto dal freddo.

La raccolta

Appena la radice si presenta delle dimensioni massime caratteristiche della specifica varietà si può raccogliere il finocchio, afferrando le foglie ed estirpando le piante.

Eliminando le foglie più esterne e tutte quelle eventualmente danneggiate, il finocchio va consumato entro qualche settimana dal raccolto.

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