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I fiori comunisti a Brescia
Dalle pagine di Bricoliamo abbiamo più volte parlato di Guerrilla Gardening, della storia di questo movimento internazionale e sui tanti gruppi nati negli ultimi anni in Italia.
Sono gruppi di persone che amano il verde e che si ritrovano notte tempo per piantare fiori e creare aiuole verdi negli spazi trascurati delle vie e delle piazze delle città.
Le loro incursioni generalmente sono apprezzate dalla popolazione della zona interessata, migliorata dall’intervento, e tollerate dalle amministrazioni comunali. Si tratta pur sempre di azioni di guerriglia illegale o se volete di azioni di disobbedienza civile.
Un gruppo di guerrilla gardener è nato recentemente anche a Brescia con il supporto di Legambiente.
Il primo intervento del gruppo si è manifestato in piazzale Corvi e l’obbiettivo era quello di abbellire un piccolo spazio verde, fino a quel momento incolto, nei pressi dell’edicola e delle panchine site nella piazza.
I fiori piantati in piazzale Corvi erano stati scelti grazie alla consulenza di agronomi di Legambiente sulla base delle condizioni ambientali che avrebbero dovuto affrontare.
Il problema è che questa aiuola piantata dai volenterosi giovani è stata estirpata dopo pochi giorni su ordine dell’assessore ai lavori pubblici, con delega al verde, Mario Labolani (Centro Destra – Fratelli d’Italia).
Immediatamente si è scatenata una bagarre che ha risvegliato l’attenzione dei mass media.
Più che la notizia in se quello che ha catturato l’attenzione è il tono usato dall’assessore per rispondere alle interviste rilasciate dai “guerriglieri” e alla mail di richiesta di chiarimento che gli hanno indirizzato dopo la rimozione delle piantine.
Leggiamo dal comunicato rilasciato dall’assessore il 31 maggio scorso: “I miei uffici intervengono ogniqualvolta qualcosa non corrisponda nella regolarità del verde pubblico (ripeto “pubblico”, il che non significa che chicchessia possa metterci mano a suo piacimento…). Torno infine a ricordare che neanche un singolo fiorellino è stato buttato via, ma è stato portato presso i nostri magazzini. Attendevo poi che qualcuno dei fantomatici guerriglieri per il verde si mettesse in contatto con i nostri uffici per un incontro: nessuna mail, nessuna telefonata, nessuna voce e certo nessuno che, mettendoci la faccia, si sia presentato! Per noi sarebbe stato un piacere mettere a disposizione di volenterosi cittadini degli spazi di cui occuparsi (secondo le regole). Di questi personaggi ancora attendo (a questo punto temo in vano) nomi e cognomi, anche se ormai hanno capito tutti che dietro i Guerrilla ci sono più che altro simboli politici…. Se è Legambiente che, nella sua politica diffamatoria tipica degli ultimi anni, si nasconde tra i volti bianchi dei “Garden”, questo è un capitolo politico! E non ha nulla a che fare con il decoro e il verde urbano! L’unica guerrilla esistente, amo ricordare, è quella che purtroppo ancora sopravvive nei paesi comunisti del sud-est asiatico e sud-america”.
Si può discutere sulle azioni di guerrilla gardening, sulla loro opportunità e illegalità, però bisogna tenere conto che si tratta di cittadini, giovani e meno giovani, che evidentemente amano la propria città, amano il verde e cercano di dare un loro contributo, pur se fuori dagli schemi (sempre che la guerrilla gardening sia ormai da considerare così tanto “fuori dagli schemi”).
Definire i ragazzi bresciani “fantomatici” (cioè simili a fantasmi) e attendere i loro “nomi e cognomi”, francamente suona più come una minaccia che non come un’amichevole apertura al dialogo e al confronto in funzione dell’obbiettivo comune di rendere la città più bella per tutti i cittadini.
Questo anche perché in realtà i Guerrilla Gardening di Brescia non sono affatto “fantomatici”, anzi si sono ritratti, a volto scoperto, alla fine di un’azione, pubblicando poi la foto nella pagina Facebook che hanno recentemente aperto per dialogare e comunicare.
Questa foto insieme alle due foto di piazzale Corvi, prima e dopo l’intervento dell’assessore, le potete vedere anche nella nostra Galleria Fotografica.
Sorvoliamo, per concludere, sul terribile accenno alla guerriglia dei paesi comunisti, che “ama” ricordare l’assessore, sperando che l’intera questione si possa risolvere pacificamente e che soprattutto possa fare scuola per quel che concerne l’aplomb che si deve pretendere dalle istituzioni quando parlano ai cittadini … anche quando questi si autodefiniscono “guerriglieri” … d’altro canto quando a Milano c’erano i “paninari” l’allora sindaco Pillitteri mica li prendeva a morsi.
Giugno 2013
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