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La storia della ceramica affonda nella notte dei tempi, in particolare nelle culture egizia e cinese, ma è nel Medioevo, in particolar modo in Toscana ed Emilia Romagna, che nacquero le prime botteghe artigianali della ceramica con la produzione di maioliche da interni.

Uno dei distretti più importanti che abbiamo in Italia è quella di Montelupo, un borgo che sorge nelle immediate vicinanze di Firenze e che, nei secoli è diventato un punto di riferimento internazionale della ceramica e della maiolica.

La collocazione geografica, la ricchezza di legname e la presenza di due corsi d’acqua (il torrente Pesa che confluisce nell’Arno sul territorio del comune) hanno favorito lo sviluppo di questa lavorazione sin da epoche molto antiche.

La storia della ceramica di Montelupo può essere oggi raccontata grazie agli anni di ricerche archeologiche e studi del Gruppo Archeologico di Montelupo e di Fausto Berti, già direttore del Museo Montelupo.

Molto importante in tal senso è stata la scoperta, fortuita, avvenuta nel 1973, del Pozzo dei Lavatoi, un pozzo antico utilizzato come discarica dalle fornaci medievali e rinascimentali attive nell’area del nucleo più antico della città, in prossimità del Castello, che si è rivelato essere una fonte eccezionale di reperti, il cui studio, durato più di 30 anni, ha riportato alla luce una storia che era rimasta letteralmente sepolta per secoli.

Dal XIII secolo la maiolica a Montelupo

Dalla seconda metà del XIII secolo a Montelupo si comincia a produrre la maiolica arcaica, ma è fra il 1450 e il 1530 che questa città conosce il suo periodo di massimo splendore.

Lo sviluppo produttivo e tecnologico attira nel corso del XV secolo importanti committenze: molte famiglie nobiliari fiorentine (Medici, Strozzi, Machiavelli, Canigiani, Frescobaldi, Pucci, etc.) indirizzano le loro commesse verso le fornaci locali o ricevono in dono maioliche di Montelupo.

Proprio a Montelupo verso gli anni ‘80 del Quattrocento si sviluppano ed elaborano i decori del Rinascimento.

La maiolica di Montelupo raggiunge allora la sua massima espansione commerciale, diffondendosi ampiamente sia nel bacino del Mediterraneo (Grecia, Egitto, Marocco, Spagna e Francia), sia lungo le rotte mercantili atlantiche (Inghilterra meridionale, Olanda) che in paesi oltre oceano (ceramiche di Montelupo sono state trovate a Cuba ed in Virginia).

Nel 1600 inizia un lento declino della produzione ceramica che tuttavia rimane attiva a Montelupo ed è caratterizzata in questo periodo dal tipico decoro degli “Arlecchini”.

Dai primi del ‘900 i grandi riconoscimenti

Nel 1911 inizia una nuova primavera per il distretto con uno sviluppo importante nel dopoguerra; Bitossi, Fanciullacci e Mancioli sono le aziende più importanti i cui prodotti sono esportati in tutto il mondo.

Nel 1946 Aldo Londi, pittore, scultore, ma soprattutto maestro della ceramica, fa il suo ingresso alla manifattura Cav. G. Bitossi & Figli, un felice sodalizio che lo vedrà protagonista per più di cinquant’anni, prima come direttore artistico, poi come instancabile collaboratore.

Nel 1955 il celebre architetto e designer Ettore Sottsass collabora con le Ceramiche Bitossi.

Numerose le aziende ceramiche attive sul territorio fino alla fine del secolo scorso. Lentamente la crisi ha ridimensionato il comparto che comunque ancora oggi rimane attivo e vivace.

Il distretto ceramico oggi

Oggi il distretto ceramico di Montelupo è composto, tranne che per pochi casi, da aziende di piccole dimensioni o familiari, insediate anche in zone limitrofe ai confini comunali, quali: Empoli, Lastra a Signa, Montespertoli, Capraia e Limite e conta 74 aziende per un totale di 186 addetti.

Un aspetto interessante che si registra negli ultimi anni è l’incremento dell’export. Stando ai dati della Camera di Commercio, se si compara il volume di affari del 2020 a quello del 2022 si osserva che i mercati maggiormente interessati sono quelli di Usa, Francia, Inghilterra, Giappone, con il potenziamento dell’export in Turchia.

L’export in Usa nel 2020 ammontava a poco più di 86.000 euro e nel 2022 è salito a 140.00 euro; per quanto riguarda il Regno Unito l’incremento di fatturato è salito da 451.000 euro a 681.00 e nei mercati turchi il fatturato è raddoppiato passando dai 42.000 euro del 2020 agli 86.000 euro del 2022.

In generale, come fanno presente gli operatori del settore, è cambiato l’approccio da parte dei committenti, che sviluppano assieme ai ceramisti vere e proprie linee di prodotto da posizionare sul mercato in maniera differenziata. Si progettano collezioni un po’ come accade nel mondo della moda e dei beni di lusso.

Un risultato certamente dovuto alla capacità imprenditoriale delle aziende, ma anche alla tendenza a fare sistema al fine di promuovere il territorio e l’indotto ceramico. Ben oltre la metà delle aziende del territorio fanno parte dell’Associazione Strada della Ceramica che assieme all’Amministrazione comunale e alla Fondazione Museo Montelupo hanno sviluppato progetti culturali, artistici e di scambio che hanno portato a Montelupo importanti nomi dell’arte contemporanea e del design.

Il Museo della Ceramica

Il Museo della Ceramica ospita la collezione di maggiore spicco del sistema Museo Montelupo che comprende anche la Fornace del Museo, il Museo archeologico, l’area archeologica della Villa del Virginio, gli spazi espositivi del Palazzo podestarile e le opere d’arte contemporanea diffuse sul territorio urbano.

Il Museo della Ceramica racconta la plurisecolare storia della ceramica di Montelupo, rinomato centro di “fabbrica di Firenze”. Le maioliche esposte sono databili dal XIII al XVIII secolo.

L’identità del Museo della Ceramica è fortemente segnata dallo scavo archeologico del Pozzo dei Lavatoi, grazie al quale è stato possibile ricostruire la storia di Montelupo e della sua produzione ceramica.

Il percorso di visita, organizzato su due piani, narra, attraverso le forme, i colori e le raffigurazioni degli oggetti esposti un excursus su tutta l’abilità e la creatività dei vasai montelupini. Capolavoro assoluto è il famoso bacile detto “Rosso di Montelupo” nella sala omonima del Museo.

Parte integrante della visita è la Fornace del Museo, lo spazio di una bottega ceramica preindustriale, che è stata attiva dalla fine del 1800 per tutto il secolo scorso, allestita con strumenti multimediali che consentono di immergersi nelle atmosfere degli ambienti di lavoro tradizionali e dove si svolgono laboratori, eventi e le attività didattiche del Museo.

L’archivio museo Bitossi

 Nel 2021, in occasione del centenario della fondazione della manifattura Bitossi, l’archivio d’impresa si rinnova attraverso la sua musealizzazione e viene presentato al pubblico nel nuovo spazio espositivo che si estende per oltre 2.000 mq nella storica sede dell’azienda a Montelupo Fiorentino.

Protagonista dell’allestimento è l’intero archivio storico costituito dal fondo ceramico di circa sette mila pezzi; da una selezione di modelli e forme in gesso; dagli strumenti di lavoro; da un ricco fondo cartaceo di disegni, progetti, quaderni di lavoro e altri documenti relativi alla progettazione e alla commercializzazione, una sorgente per la libera fruizione di professionisti e pubblico.

Il Centro Ceramico Sperimentale e la Scuola della Ceramica

Il Centro Ceramico Sperimentale del Saper Fare e per l’Innovazione Tecnica (CCS) nasce nell’agosto del 2016 dalla collaborazione del Comune di Montelupo Fiorentino e Colorobbia S.p.a.

Il principale scopo di questo progetto è quello di creare uno spazio culturale per far conoscere, capire, imparare, catalogare e infine trasmettere il sapere tecnico della ceramica artigianale.

Partendo dalla specificità del settore ceramico e rivolgendosi a vari settori manifatturieri ad alto contenuto artigianale, si pone l’obiettivo di diventare un centro specializzato in formazione complementare e integrativa di altri percorsi formativi: un vero e proprio campus formativo di dimensione metropolitana.

La Nuova Scuola di Ceramica e delle Arti Applicate è parte sostanziale del Centro Ceramico Sperimentale e nasce con l’intento di educare nuovi professionisti nel settore ceramico e in quello artigianale.

Luglio 2024

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