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Un mercato da 9 miliardi di euro

a cura di Bricoliamo.com Avatar photo

Dare un valore preciso al mercato italiano del bricolage è sempre stato un problema.

L’enorme numero di merceologie e di referenze coinvolte, la grande frammentazione sia produttiva che distributiva e una mentalità poco orientata ad investire denaro in

ricerca e conoscenza, sono alcuni tra i fattori critici che non hanno consentito di sviluppare indagini che chiarissero la portata del fenomeno del bricolage in Italia.

Nonostante tutte queste difficoltà bisogna però dire, per dovere di informazione, che qualcuno si è cimentato nella produzione di numeri sul fenomeno del bricolage italiano.

Era il 1992 quando nell’ambito di uno studio realizzato dall’IFOR, Istituto per la Formazione Imprenditoriale del Commercio dell’Università Bocconi di Milano, dal titolo “Evoluzione dei rapporti industria-distribuzione nei settori merceologici per il fai da te” (anche l’IFOR evidentemente faceva fatica a parlare di “mercato fai da te”), veniva stimato un mercato al consumo nell’ordine dei 12 mila miliardi, ovviamente di vecchie lire. I comparti merceologici che venivano presi in considerazione da tale studio erano: accessori auto; decorazione; colori, vernici e colle; ferramenta; idraulica, bagno; utensileria a mano ed elettrica; elettricità ed illuminazione; edilizia; giardinaggio; legno.

Nel 2004, nella sua relazione al convegno “Evoluzione della distribuzione specializzata nel bricolage”, organizzato nell’ambito della fiera napoletana Sifuc, Simone Chiapasco, amministratore delegato della catena Brico Ok, ha riportato una stima intorno ai 9 miliardi di euro (17.425 miliardi delle vecchie lire) ripartita in 7 miliardi appannaggio della distribuzione tradizionale, un miliardo passerebbe dalla grande distribuzione organizzata (iper e supermercati) e un miliardo dalla grande distribuzione specializzata.

Una stima confermata anche dai dati Findomestic che, nell’ultima edizione del suo Osservatorio, ha compreso per la prima volta anche il bricolage.

Da notare che anche Findomestic nelle sue elaborazioni si è dovuta rivolgere a fonti straniere, tra queste: Unibal (associazione francese delle industrie del bricolage), IFLS (Institut Francaise pour le développement del Liens e Services) e Cetelem (la società di credito al consumo del Gruppo BNP Paribas).

Comunque i dati di sintesi ci delineano un mercato italiano del bricolage che nel 2004 si sarebbe attestato sui 9,96 miliardi di euro con una crescita del 4,4% rispetto al 2003.

Giusto per avere un parametro europeo possiamo sottolineare come il bricolage in Francia abbia un peso di 18,55 miliardi di euro (+ 3% sul 2003), in Gran Bretagna 21,50 miliardi di euro (+ 0,9 sul 2003) e in Germania, unico Paese europeo che denuncia una leggera flessione, 35 miliardi di euro (- 0,6% sul 2003). Interessante infine è il dato della Polonia che con 4,80 miliardi di euro ha fatto registrare una crescita del 14,3% sul 2003 e del 30% sul 2002.

Febbraio 2005

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