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Piante dioiche, monoiche, ermafrodite e poligame

a cura di Livio Parietti livio paretti

La riproduzione è un processo affascinante anche nel regno vegetale, nel quale si manifestano diverse strategie riproduttive, sviluppatesi per raggiungere la migliore adattabilità della specie alle diverse condizioni naturali.

In termini riproduttivi le piante in natura si distinguono in piante dioiche, piante monoiche, piante ermafrodite e piante poligame che sono naturalmente diverse tra loro. La scelta della strategia riproduttiva da parte di una pianta dipende da diversi fattori, tra cui l’ambiente, la disponibilità di impollinatori e la storia evolutiva della specie.

Ogni tipologia presenta vantaggi e svantaggi: le piante dioiche riducono il rischio di autoimpollinazione, ma necessitano di un sistema di impollinazione efficiente, le piante monoiche favoriscono l’autoimpollinazione garantendo una maggiore progenie in ambienti avversi, ma riducono la variabilità genetica. Proviamo ad entrare nei dettagli

Piante dioiche

I fiori maschili e femminili delle piante dioiche (in greco “due case”) si trovano su individui separati e, per la riproduzione, è necessaria una collaborazione: il polline, prodotto dai fiori maschili, deve essere trasportato da un agente esterno (vento o insetti) ai fiori femminili per fecondare gli ovuli.

Tra le piante dioiche troviamo, per esempio: Il salice, l’alloro, gli spinaci, il kiwi, il ginepro, il gelso, il ginkgo biloba, il vischio, l’agrifoglio.

Piante monoiche

Nelle piante monoiche (in greco “una casa”) i fiori maschili e femminili coesistono sullo stesso individuo e si possono trovare sia su infiorescenze distinte, sia mescolati all’interno dello stesso fiore.

La disposizione favorisce l’autoimpollinazione. Non si esclude tuttavia l’impollinazione incrociata, mediata da agenti esterni, a garanzia di una maggiore variabilità genetica.

Tra le piante monoiche troviamo, per esempio: la zucca, la quercia, la betulla, il granturco, il girasole e la zucchina.

Piante ermafrodite

Le piante ermafrodite hanno un fiore dotato sia della parte riproduttiva femminile (pistillo) che maschile (stami). In termini naturali si può considerare l’ermafroditismo come la situazione più evoluta in quanto, alla complessità di racchiudere all’interno di una corolla due elementi sessuali diversi, corrisponde una maggiore garanzia di perpetuazione della specie.

Tra le piante ermafrodite troviamo, per esempio: il pomodoro, il peperone, la cipolla, il cavolo, il pesco e il ciliegio.

Piante poligame

Le piante poligame hanno fiori di due o più tipi sessuali sulla stessa pianta, in particolare sia fiori unisessuali (maschili e femminili) che ermafroditi. Le piante poligame si distinguono in tre sottocategorie:

  • Monoico-dioico: fiori maschili e femminili si trovano sullo stesso individuo, ma anche su individui separati della stessa specie.
  • Andromonoico-ginodioico: i fiori ermafroditi (con organi maschili e femminili) e i fiori femminili si trovano sulla stessa pianta, mentre i fiori maschili sono presenti solo su individui separati.
  • Trioico: tre tipi di fiori: maschili, femminili ed ermafroditi, distribuiti su individui separati.

Tra le piante poligame troviamo, per esempio: il fico, il frassino e il carrubo.

È quindi evidente che quando pensiamo a un impianto vegetale in orto, giardino o frutteto è sempre bene documentarsi sulle caratteristiche riproduttive della pianta che intendiamo coltivare, soprattutto se da essa vogliamo ottenere dei frutti.

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