Ten: DIY and Garden
Riuscirà mai a vincere il florovivaismo italiano?
Qualche giorno fa ho voluto fare una ricerca rudimentale su Internet, più una curiosità.
Allora ho digitato su Google la parola florovivaismo.
Il risultato?
Il nulla.
O quantomeno nulla di strutturato.
Nella mia testa pensavo che, vista l’estrema frammentazione del settore, le tante associazioni territoriali e i diversi distretti sparsi lungo tutta l’Italia, Internet sarebbe stato invaso da notizie interessanti sul nostro settore.
Invece niente.
Nessun richiamo ai tanti siti e portali ufficiali, nessuna documentazione, notizia e novità relativa al florovivaismo.
Niente.
Almeno fino alla pagina sei della mia ricerca su Google, nessun risultato interessante.
Allora mi è venuto il dubbio che ci sia qualcosa che non va.
Qualcosa di fondo che non funziona.
Seriamente.
Tutto questo sforzo che imprenditori, associazioni e distretti fanno, dove va a finire?
A cosa porta?
Vince il florovivaismo italiano grazie a questo impegno?
Emerge il valore del Made in Italy, soprattutto per quanto riguarda il prodotto mediterraneo?
Mah… Non ho risposte convincenti.
Ma di sicuro non le ho trovate neanche su Internet.
Eppure, hanno preso forma associazioni di scopo, progetti ministeriali, fiere e manifestazioni delle più varie, ma sotto sotto non c’è niente di rappresentativo.
Da nessuna parte si legge e si capisce quanto sia importante il florovivaismo in Italia, che dagli ultimi dati pesa per il 5% sull’intero comparto agricolo del nostro paese.
Non posso pensare che ancora oggi, dopo una crisi che ha messo a nudo le tante debolezze del nostro sistema, si ragioni con una logica individualista, dove ognuno cura il proprio orticello.
Associazioni in testa.
Non siamo in grado – e mi ci metto anche io – di dare il giusto valore a questo settore che è diffuso in tante parti d’Italia, non siamo capaci di farlo diventare un settore d’eccellenza.
Di fare sistema.
Chissà per quale recondito motivo.
E allora alla fine mi domando: “Riuscirà mai a vincere il florovivaismo italiano?”.
L’articolo è stato pensato e scritto da Francesco Tozzi.
Gennaio 2015
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