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Durante il Salone del Mobile 2012 di Milano tra i tantissimi eventi che hanno animato la città ne abbiamo seguito con particolare attenzione uno: il progetto cià ch’el fem, organizzato da Bosch, Zanotta e il NABA (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano) e i suoi ragazzi.

Abbiamo già dedicato un articolo a cià ch’el fem, che trovate nella Rotta di Navigazione, nell’ambito del quale vi abbiamo preannunciato di svelare il nostro oggetto preferito tra i 22 disegnati e realizzati dai ragazzi del NABA.

Prima però ci preme fare qualche considerazione.

Dopo aver visitato la mostra dei prototipi, allo Zanotta Shop di Milano, e aver conosciuto i ragazzi del NABA che si sono impegnati per disegnarli e realizzarli, ci siamo resi conto come la loro simpatia, il loro entusiasmo, aggiunti alla loro competenza di designer, seppur in erba, siano la vera formula magica per dare un’interpretazione finalmente nuova e solare al fai da te.

Di questo dobbiamo ringraziare Bosch che ormai da qualche anno si sperimenta con progetti sviluppati insieme ai giovani (con NABA nel 2007, con l’Accademia di Brera nel 2009, e ancora con NABA nel 2012).

Bricolage moderno

L’immagine del bricoleur pensionato che nella sua cantina si affaccenda tra assi di legno, chiodi e colla è assolutamente oltreché demodé anche controproducente per un’interpretazione moderna del bricolage.

Oggi il bricolage è casa, creatività, famiglia, giovani coppie, gusto e naturalmente anche il caro vecchio pensionato.

Però “anche” non più solo.

Molte aziende del settore e molte insegne della distribuzione sono invece ancora ancorate ai vecchi stereotipi ed è per questo che noi di Bricoliamo accogliamo sempre di buon favore le iniziative come quella della Bosch con NABA, ma anche i lavori fatti dai ragazzi dell’Università La Sapienza con Brico Center o il fenomeno di Recession Design.

Sono proprio i giovani protagonisti di questi progetti che con le loro idee, il loro entusiasmo e le loro capacità offrono al nostro bricolage quella freschezza che spesso manca.

Sono loro gli insegnanti che vorremmo vedere nei corsi di bricolage: le loro competenze nel campo del design, il loro gusto e le loro capacità manuali acquisite nella realizzazione dei prototipi dei loro progetti sono le componenti che servono per creare entusiasmo intorno alla pratica del bricolage.

Ma ora, per concludere, rispettiamo la promessa di svelare il voto di Bricoliamo riguardo ai 22 prototipi che hanno partecipato a cià ch’el fem. In realtà sono due i progetti che ci hanno favorevolmente colpiti: l’Happy Carretto di Sara Ricciardi e la Non Sedia di Aimone Maltese.

Due progetti che hanno un forte contenuto di creatività ma anche una spiccata vocazione ad essere rappresentativi delle due aziende che li hanno richiesti, Bosch e Zanotta.

Questo pone i due giovani già in una dimensione corretta e matura verso il mercato.

Happy Carretto di Sara Ricciardi

Sara Ricciardi è una giovane ventiduenne di Benevento straordinariamente solare e avvantaggiata da un grande e coinvolgente sorriso. Happy Carretto è un’idea legata all’attuale stato di crisi sociale, di stenti e di insicurezze economiche.

Il messaggio di Sara stimola il risveglio della creatività per far fronte alla disoccupazione.

La sopravvivenza sta nell’arte dell’arrangiarsi – spiega Sara -. Infervorarsi, trapanare, forare con Bosch e costruirsi, come un po’ negli antichi mestieri, una postazione di lavoro, un carretto per tornare in strada e mettersi in gioco frantumando i tabù”.

Già perché Happy Carretto è un vero e proprio carretto, come quelli che animavano le strade nel dopoguerra, interamente costruito da Sara con l’aiuto di un falegname e di un carpentiere che, con il suo movimento, con il girare delle ruote, muove un meccanismo che lavora una matassa di lana trasformandola, via via, in un enorme tubolare lavorato a maglia.

Il contenuto riguardante Bosch è evidente considerando la complessità della costruzione, quello riguardante Zanotta invece è da ricercare nel grande tubolare in lana e nella tradizione dell’azienda per gli imbottiti.

La Non Sedia di Aimone Maltese

Aimone Maltese, milanese, classe 1988, frequenta il NABA dal 2008, laureandosi nel 2011 in Interior Design e attualmente è impegnato nel biennio specialistico in design.

Ha già la postura e l’immagine del designer, ma rispetto a quelli affermati sta riuscendo a mantenere la simpatia e la vivace intelligenza.

La sua NonSedia, leggiamo nella nota di Aimone diffusa alla stampa, si ispira al famoso “gioco della sedia” (tante sedie al centro tranne una e al fermarsi della musica ciascuno si deve sedere, chi rimane senza sedia viene eliminato, fino a quando rimane solo una sedi e, inevitabilmente un solo vincitore).

La Non Sedia è ritagliata in una tavola di multistrato di betulla da 18 mm ed è sostanzialmente composta da due pezzi: il primo che fa da schienale, prolungandosi fino a costituire le uniche due gambe della Non Sedia, il secondo che fa da sedile.

In realtà su questa sedia apparentemente totalmente instabile abbiamo visto sedersi, durante la presentazione alla stampa, tantissime persone e nessuna di esse, per quanto abbiamo visto noi, è rovinosamente rotolata a terra. Il che è già un buon segno.

In realtà, ci ha spiegato Aimone, la stabilità della singola sedia fa parte del gioco, ma le vere parole chiave del progetto sono “condivisione” e “doppio”.

Infatti la Non Sedia è stata progettata per essere facilmente trasportabile (chiusa occupa solo 18 mm di spessore) e assemblabile.

Più Non Sedie, insieme, possono creare forme e volumi diversi a seconda delle esigenze del momento.

Solo in questo modo la Non Sedia diventa assolutamente stabile.

L’indecisione è stata molto forte ma alla fine abbiamo deciso e abbiamo dato il nostro voto proprio alla Non Sedia di Aimone Maltese.

Nella Galleria Fotografica trovate immagini riguardanti la Non Sedia ed Happy Carretto.

Aprile 2012

ROTTA DI NAVIGAZIONE:

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