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La crisi stimola il fai da te
Lo ha stabilito una ricerca condotta nel luglio 2009 dalla Ipsos e commissionata dalla Bosch.
Il campione rappresentativo della popolazione nazionale era composto da 1.000 persone con età superiore ai 15 anni.
Le interviste sono state telefoniche. Da un comunicato stampa Bosch dedicato alla ricerca, si segnalano i risultati più significativi.
Il 54%, quindi più della metà degli intervistati, ha dichiarato che per risparmiare soldi ricorre al fai da te per apportare modifiche o fare piccoli interventi in casa.
Gli italiani, quindi, si rimboccano le maniche e impugnano, anche per la prima volta, trapani, avvitatori, livelle.
Ben il 52% si è dichiarato addirittura pronto ad approcciare progetti che in passato sembravano complessi.
Il fai da te fra le proprie mura di casa sembra essere anche un’alternativa ad attività più costose quali viaggiare e uscire a cena.
Più di un intervistato su tre (il 36%) dichiara che a causa della crisi passa più tempo in casa dedicandosi a piccoli lavori di riparazione e manutenzione (65%), al giardinaggio (54%), a progetti per decorare la casa (54%) o a pitturare le pareti (51%).
Che la crisi economica sia uno stimolo per risparmiare facendo da sé i lavori più semplici di manutenzione della propria casa è sicuramente un fatto.
Il dato che però ci sembra interessante riguarda la graduatoria degli interventi che, se al primo posto vede i piccoli lavori di riparazione e manutenzione, al secondo e al terzo, troviamo, alla pari, il giardinaggio e i progetti per decorare la casa.
Due tipologie di intervento, queste ultime, che esulano dai discorsi relativi al risparmio: il giardinaggio e la decorazione rappresentano più uno stile di vita che si vuole manifestare e non una necessità assoluta, come invece sono la riparazione e la manutenzione.
Questo nostro personalissimo taglio interpretativo dei dati Ipsos-Bosch ci porta a pensare che oggi il bricolage si inserisce di diritto nelle tendenze che fanno del risparmio energetico, della tutela dell’ambiente e del consumo consapevole, delle bandiere di modernità.
Il bricolage è per sua naturale e storica filosofia contro lo spreco e per l’utilizzo creativo delle risorse e dei materiali.
Il problema è che negli anni ’80 e ’90 la cultura del consumismo sfrenato ha soffocato gli impulsi sociali insiti nel bricolage, comprendendolo nelle attività per sfigati.
Oggi non è più così. Oggi assume sempre meno interesse il prodotto in sé, è importante quello che rappresenta, quello che è stato nel suo percorso dall’idea al lavoro necessario per realizzarla per renderla concreta.
Oggi è più importante il mentre del fine.
Di qui nascono gli acquisti equo solidali, nasce l’attenzione per i prodotti del territorio, per le produzioni etiche che non sfruttano i bambini o i lavoratori dei Paesi poveri, per il risparmio in funzione della tutela dell’ambiente, per il riutilizzo dei materiali raccolti in maniera differenziata.
In questo contesto, fortunatamente sempre più emergente, il bricolage non solo trova una sua collocazione ma si può porre, a tutto diritto, come radice storica di una cultura che per tanti anni è stata soffocata … altro che sfigati.
Ottobre 2009
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