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Professeur Choron, Charlie Hebdo e il bricolage
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Quando nelle scorse settimane stavamo preparando il pezzo per ricordare Georges Bernier, alias Professeur Choron, deceduto all’età di 75 anni il 10 gennaio 2005, mai e poi mai avremmo potuto pensare di doverlo scrivere con negli occhi le immagini del barbaro attentato al suo giornale, Charlie Hebdo.
Il giovane Georges Bernier non si distinse per una carriera scolastica particolarmente brillante, ben presto si cimentò nei più disparati lavori con risultati promettenti nella professione del venditore ambulante.
Partecipò come paracadutista alla guerra in Indocina (ex colonia francese che dopo la guerra, finita nel 1956, fu divisa in Vietnam del Sud e del Nord) e al suo ritorno in patria si affacciò per la prima volta al mondo della cultura e dell’editoria, in qualità di venditore di spazi pubblicitari nella rivista satirica Zero, fondata nel 1953 da Jean Novi.
Ben presto divenne il direttore commerciale della casa editrice.
Fu proprio alla rivista Zero che Bernier conobbe Francois Cavanna e Federico Otto Theodore Aristides, detto Fred, due giovani talentuosi vignettisti satirici, oltre che scrittori e intellettuali sopraffini, che, nel 1960, dopo la prematura morte di Jean Novi (nel 1959 a soli 38 anni), lo convinsero a partecipare ad una nuova iniziativa editoriale: un giornale satirico da loro stessi definito “bête et mèchant” (stupido e malvagio).
Si trattava di Hara-Kiri, testata che divenne ben presto un riferimento della cultura e della satira francese e che nel 1970 si sarebbe trasformata in Charlie Hebdo.
Alla rivista Hara-Kiri approdarono ben presto alcuni giovani talenti che sarebbero negli anni diventati punti di riferimento della satira e del fumetto francese, tra questi vogliamo ricordare Jean Cabut, detto Cabu e Georges Wolinski, entrambe assassinati, rispettivamente all’età di 76 anni Cabu e 80 anni Wolinski, dal commando islamico durante l’assalto del 7 gennaio 2015 al giornale Charlie Hebdo.
Il professor Choron e le fiches bricolage
Entrato nel mondo della cultura satirica come venditore Georges Bernier maturò una propria elaborazione demenziale della realtà proponendola al suo pubblico, sempre più vasto, utilizzando i più diversi strumenti di comunicazione: la scrittura, la fotografia, la canzone e, più avanti, il video. Il tutto sempre condito da una forte carica satirica e umoristica.
E’ in questo contesto che Georges Bernier si trasforma nel Professeur Choron (il nome lo riprese da Rue Alexandre Choron dove era sita la sede di Hara-Kiri) e inizia a pubblicare le sue Fiches Bricolage (fogli/schede di bricolage), utilizzando le tecniche del bricolage casalingo per la costruzione di oggetti demenziali e altamente improbabili, in aperta critica con la cultura del consumismo.
Quella che vi proponiamo come esempio è la soluzione tecnica al problema di soddisfare il vizio di sgranocchiarsi le unghie senza fare brutta figura quando si frequenta il “bel mondo”, come dice il Professeur Choron.
Navigando in YouTube potrete trovare molte altre Fiches Bricolage, tutte rigorosamente demenziali ed esilaranti.
Bricolage tra Francia e Italia
Quello che è interessante rilevare è che nelle Fiches di Bernier, a fronte di una ferocia critica al consumismo, riscontriamo una assoluta naturalezza nella proposta della pratica del bricolage, che evidentemente era già ben presente e solida nella cultura francese.
D’altro canto ricordiamo che Leroy Merlin il primo negozio a libero servizio di grande superficie dedicato al bricolage lo aprì già nel 1960.
Negli stessi anni in cui il bricolage veniva utilizzato dalla satira di Bernier, diventando oltre che strumento anche esso stesso cultura, in Italia dovevamo accontentarci delle prese in giro sui giornali e degli sketch comici di Lando Buzzanca o della straordinaria coppia Vianello-Mondaini che ridicolizzavano l’italiano medio che cercava di cimentarsi con il bricolage.
Le Fiches Bricolage del Professeur Choron, pubblicate sulle pagine della rivista Hara-Kiri, sono state raccolte nel 1977 in un libro e nel 1988 in una collana di videocassette.
Gennaio 2015
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