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gino bramieri e il ducotone

Una parete oggi, una parete domani, con Ducotone la mia casa farà un figurone” è con questo slogan che Gino Bramieri, nei primi anni ’60, anima una serie di divertenti sketch che entreranno a far parte della storia di Carosello e della pubblicità italiana.

Il Ducotone è stata la prima idropittura prodotta in Italia.

Fino a quel momento l’unico prodotto a disposizione era la tempera che, ora come allora, non è lavabile, ha una pessima resa e nel tempo tende a sfarinare.

Tutti i “diversamente giovani”, cioè che hanno varcato la soglia dei 50 anni, che ci seguono in Bricoliamo, hanno vissuto quel momento di distrazione in cui si sono appoggiati ad una parete e si sono ritrovati una farinosa macchia sulla giacca blu nuova.

Il Ducotone nasceva come pittura facile da applicare, era battericida e antimuffa, era coprente e colorato e per tutte queste caratteristiche poteva essere proposto alla gente comune, alle famiglie.

Giallo, rosso, verde, viola, rosa nero, bianco, blu, dunque provalo anche tu” con questi due versi si chiudeva la canzoncina promozionale cantata da Gino Bramieri.

Che il Ducotone faccia parte di diritto della storia nazionale lo indica anche la sua data di nascita, il 1948.

Il contesto era quello dell’immediato dopoguerra, il 1° gennaio entrava in vigore la nuova Costituzione e l’11 maggio veniva eletto Luigi Einaudi, Presidente della Repubblica. Il 3 aprile il Presidente U.S.A. Truman dava il via al Piano Masrshall con la costituzione dell’ECA, l’agenzia governativa per la ripartizione degli aiuti.In Italia si comincia a parlare di ricostruzione.

La Montecatini da il via al marchio Duco

La Montecatini aveva costituito nel 1928 la società Duco per la produzione e la vendita delle vernici. Partner di questa nuova società era l’americana Du Pont, che si stava affermando nel nascente ma molto promettente mercato automobilistico con lo smalto Dulux, il primo a garantire lo spessore e soprattutto la rapida asciugatura richiesta dalle industrie dell’automobile.

Tale smalto sale anche sul palcoscenico dell’arte perché utilizzato da Pollock nelle sue opere.

Pollock fu l’iniziatore della cosiddetta “pittura d’azione”: intingeva il pennello nella latta e produceva schizzi e colature normalmente su pannelli in carta o cartone.

Ebbene pensate che nonostante sia evidente che Pollock usasse lo smalto Dulux (con un’idropittura non avrebbe potuto ottenere i colori lucidi e splendenti tipici delle sue opere) in molti testi successivi di storia dell’arte e non solo, si cita invece Duco o Ducotone come prodotto utilizzato da Pollock per le sue opere.

Persino la nostra prestigiosa Treccani spiega che le opere di Pollock erano “eseguite su carta o cartone, con ducotone, con acquerello, tempera, matita, carboncino, inchiostro, spesso combinati insieme”.

Sono anni di grande crescita per la Montecatini che, alla guida di Guido Donegani arriva ad avere 60 mila addetti e 150 stabilimenti.

Sarà il successivo decennio quello delle difficoltà. Alla fine della guerra gli stabilimenti Montecatini erano ridotti a 45 e Guido Donegani, dopo essere stato arrestato e poi rilasciato nel ’44 dai tedeschi con l’accusa di collaborazionismo, fu nuovamente arrestato dagli inglesi nel maggio dell’anno successivo con la medesima accusa e, dopo la sua scarcerazione, nel luglio del ’45 fu colpito da un mandato di cattura del CLN che lo accusava di essere stato un sostenitore del regime fascista.

Nell’aprile del ’47 Donegani morì da clandestino a Bordighera.

Alla guida della Montecatini gli subentrò Piero Giustiniani che, già dal 1942 ricopriva il ruolo di direttore generale.

Fu proprio grazie all’intuito di Giustiniani che la Montecatini si rinnovò dal suo interno preparandosi a cogliere tutte le opportunità insite nella ricostruzione dopo la guerra.

Capì che la chimica inorganica tradizionale avrebbe presto dovuto lasciare il passo alla chimica derivata dal petrolio e che occorreva rivolgersi a menti giovani e aperte per poter crescere.

E’ così che Giustiniani propose un accordo a Giulio Natta, direttore dell’istituto di chimica industriale del Politecnico di Milano, secondo il quale ogni anno una decina di giovani laureati avrebbero dovuto essere addestrati dal Politecnico per poi entrare nel centro ricerche della Montecatini.

Il risultato fu la scoperta del polipropilene (1954) che portò a Giulio Natta il Nobel per la chimica e alla Montecatini un successo straordinario con il Moplen.

Fu lo stesso spirito e la stessa intraprendenza che portò Giustiniani a investire nel marchio Duco pensando al grande ruolo che avrebbe avuto l’edilizia , e come vedremo non solo, nella ricostruzione del Paese.

Il Ducotone diventa di massa

Giustiniani lavora sui prodotti Duco per raggiungere formulazioni e caratteristiche adatte all’uso professionale ma anche hobbistico: aveva capito con grande anticipo che il fai da te in Italia sarebbe stato importante.

Chiave di volta del successo fu l’introduzione del marketing nelle decisioni strategiche aziendali.

Nell’immediato dopoguerra la prima campagna pubblicitaria di Duco, recitava: “i colori per l’edilizia della rinascita”; nel ’47 Duco è presente alla 8° edizione della Triennale di Milano dedicata all’abitazione e nel 1950 allestisce un importante stand alla Fiera Campionaria di Milano.

Nel frattempo nasce la televisione e la Rai, sul suo unico canale, nel 1957 inizia la trasmissione di Carosello.

Giustiniani ha il prodotto giusto, il Ducotone e capisce che la pubblicità in quello che stava rapidamente diventando un media di massa, era l’opportunità per fare in modo che le famiglie identificassero il suo prodotto e la funzione in un unico marchio, Ducotone appunto. Il testimonial, Gino Bramieri, era personaggio al tempo molto popolare, simpatico e alla portata di tutti, era l’amicone del bar che raccontava le barzellette.

Una serie di intuizioni che hanno portato intere generazioni ad andare nei colorifici e chiedere il Ducotone, identificandolo in quanto “LA” pittura murale.

Tutto il resto è storia. Nel 1966 la Montecatini fu assorbita insieme alla Edison andando a costituire la Montedison, che alla fine degli anni ’70 vendette la Duco alla Max meyer, azienda della famiglia Varasi. Oggi Duco, insieme a Max Meyer, fa parte di Materis Paint, società multinazionale con 9.700 dipendenti e 87 fabbriche in 24 Paesi diversi.

E il Ducotone? Resta probabilmente la pittura più conosciuta dagli italiani e nel tempo si è proposta in molte declinazioni specifiche per diverse tipologie di intervento.

Allo stesso modo Duco ha ampliato moltissimo la propria gamma prodotti componendo un catalogo che va incontro a tutte le necessità (pitture, smalti, fondi, spray, fissativi, decorativi, ecc.).

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