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SAGA
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Parliamo in questo caso di legno grezzo, quello che usiamo per le nostre costruzioni fai da te.

Spesso accade che quel tavolino, o quella cornice o quel particolare oggetto che abbiamo costruito in legno alla fine non ci offra quella soddisfazione derivante dalla resa desiderata proprio perché il lavoro di rifinitura non è stato eseguito a regola d’arte.

E’ un vero peccato.

Per ovviare ciò ecco alcuni suggerimenti tecnici indispensabili per ottenere rifiniture perfette delle superfici in legno.

Bagnatura del legno

Quando la superficie in legno deve essere verniciata (sia in trasparente che in colorato), la bagnatura è indispensabile.

Si effettua per mezzo di una normale spugna pulita e di acqua fredda, subito dopo la piallatura ed eventuale carteggiatura.

Le superfici bagnate devono poi essere lasciate asciugare perfettamente prima di passare al trattamento con il turapori.

La bangatura è indispensabile per sollevare le fibrille del legno, cioè quella peluria superficiale che ne la carteggiatura e nemmeno la piallatura possono asportare.

Le fibrille sollevate si impregnano di turapori che, seccando, le fa rimanere rigide e perciò asportabili con una semplice carteggiatura fine.

Le superfici trattate con bagnatura rimangono molto lisce già dopo la carteggiatura del turapori.

Turapori a tampone

Il turapori, oltre al compito di irrigidire le fibrille, ha quello di “intonaco”, cioè di livellare le superfici chiudendo i pori del legno.

Il poro è un piccolissimo forellino nel quale logicamente cìè dell’aria: stendendo il turapori a pennello non si riesce ad introdurlo fino in fondo per effetto dell’aria stessa che offre resistenza.

Rimane perciò uno strato di prodotto più o meno spesso che tappa superiormente il poro senza però riempirlo.

Questo tappo” con il tempo si sfalda, si sbriciola e precipita in fondo al poro lasciandolo nuovamente aperto.

Per evitare questo guaio basta usare un turapori molto diluito, che deve essere steso per mezzo di un tampone di stracci che, oltre a stendere il prodotto deve comprimerlo fino in fondo ai pori, che solo in questo modo possono essere definitivamente tappati.

Siccome il turapori così usato è molto liquido bisogna ripetere per due o tre volte l’operazione prima della carteggiatura.

Cera liquida

Per prima cosa è importante che la cera (d’api o carnauba) sia priva di paraffina e non sia un emulsionato contenente acqua.

Le cere per lucidare all’encausto hanno queste caratteristiche.

Una buona cera all’essenza consente di risparmiare l’acquisto del turapori, in quanto è in grado di mantenere, da sola, le fibrille ben aderenti alla superficie.

Perché la lucidatura sia durevole e liscia si prepara una soluzione piuttosto liquida di cera sciolta in benzina e trementina (o acquaragia) in parti uguali, che deve essere stesa a pennello sul legno.

Subito dopo si stende a tampone uno strato sottile di cera solida, che deve essere lavorata energicamente affinché penetri perfettamente nei pori.

Fatto questo si lascia riposare per uno o due giorni e poi si omogeneizza lo strato di cera con una spazzola e infine si lucida con un panno di lana.

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9 risposte a “La lucidatura del legno”

  1. Avatar photo Ilaria ha detto:

    Buon pomeriggio, ho ristrutturato il camino ed ho fatto mettere dal falegname, come rifinitura, una fascia in legno bellissima: mi ha detto che si tratta di cedro di circa 100 anni. La fascia (o mensola) è stata applicata grezza, ed il falegname mi ha detto, poi, che sarebbe passato in un secondo momento per “trattarla” (avrebbe lasciato l’effetto “grezzo” che a mio parere è molto bello, ma l’avrebbe comunque protetta con “qualcosa” che io francamente non so. Son passati mesi ma il falegname non è più ripassato per vari impegni, e a questo punto vorrei provvedervi da sola. Cosa mi consigliate? Grazie in anticipo. Ilaria

  2. Avatar photo Leonardo ha detto:

    Buongiorno ho una vecchia scala in legno di circa 4,5 metri in buone condizioni. Vorrei renderla ben liscia e lucida lasciando il suo colore originale per poterla poi utilizzare come corrimano lungo la scala che mi porta in taverna. Qualcuno può darmi consigli x come fare al meglio? Grazie

  3. Avatar photo Michela ha detto:

    Buongiorno, ho acquistato un mobile in legno di mango che mi sembra molto secco e soprattutto molto poco trattato, quasi grezzo. L’ho pulito con un panno umido che si è sporcato molto portando via, a mio parere, altro colore. Avrei intenzione di pulirlo ben bene e passarlo con 2/3 mani di smalto all’acqua trasparente effetto satinato per riportarlo in vita e renderlo meno delicato. Ovviamente senza carteggiare perché il legno pare già grezzo. Può essere una soluzione valida? O meglio comunque carteggiare? Grazie

    • Avatar photo Bricoliamo.com ha detto:

      Da quello che scrivi, senza poter vedere il legno, è difficile dire. Però, per non saper ne leggere ne scrivere, una buona carteggiatura non ha mai fatto male a nessuno. Dopo di che lo smalto all’acqua ci sembra una buona idea.

  4. Avatar photo Adriano ha detto:

    Salve una domanda volendo chiudere il poro con la cera non ho capito che se bisogna usare la benzina insieme alla trementina oppure o una o l’altra..
    Grazie..

    • Avatar photo Emanuele ha detto:

      Ciao Adriano, tecnica prevede di sciogliere la cera d’api con un solvente. Può essere (i più diffusi ed economici): acquaragia o trementina. Se vuoi una soluzione ecologica e totalmente naturale, puoi orientarti sul limonene, un derivato degli agrumi (https://amzn.to/36y3CRi). A te la scelta, buon lavoro!

  5. Avatar photo Rodolfo Giamberini ha detto:

    Buonasera, ma il turapori va utilizzato solo x i mobili interni/serramenti ecc (colorati con vernici a spirito/acqua es. noce,mogano ecc./ impregnanti + coppali) o anche per mobili/strutture/porte/finestre esterne dipinti a smalto o impegnate x legno?
    Grazie

    Rodolfo Giamberini

    • Avatar photo JN ha detto:

      Più si protegge meglio è, specie all’esterno. Il turapori sigilla il legno e lo rende più resistente.