La decorazione
Argentatura di uno specchio
Ridonare l’antico splendore ad uno specchio non è di certo impresa semplice, richiede una certa esperienza e materiali che non sono di uso comune.
Se poi lo specchio che si intende riargentare fosse di valore, il suggerimento è quello di affidarlo ad un restauratore professionista.
Comunque, non è detto che, con una buona dose di volontà e di attenzione, non si possa ottenere un risultato ottimo.
Una regola da osservare tassativamente durante il lavoro impone di operare in assenza di polvere e con una temperatura ambientale non inferiore ai 25 gradi.
Ma veniamo alle prime fasi del “come si fa”.
Dopo aver staccato lo specchio dalla cornice, lo si appoggia capovolto sul piano di lavoro su cui avrete steso in precedenza una coperta.
Si procede quindi a togliere l’argentatura rimasta e la vernice che la ricopre.
Si passa la superficie dapprima con uno straccio imbevuto di acetone, quindi, per rimuovere l’argento si ricorre ad un tampone di cotone imbevuto con alcune gocce di acido nitrico.
Va da se che un’elementare norma di prudenza impone l’uso di robusti guanti di gomma, in modo da evitare che la cute possa venire a contatto con l’acido.
Si passa quindi ad un’accurata pulizia della parte trattata, da effettuare con acqua distillata e quindi con alcol.
Solo quando la superficie è completamente asciutta si può procedere all’argentatura vera e propria.
In un recipiente (meglio di vetro in quanto resiste meglio agli acidi rispetto alla plastica) si versa un litro di acqua distillata a 40-50 gradi e in essa si sciolgono 10 grammi di sale di Seignette, chiamato anche sale di Rochelle (tartrato doppio di sodio e potassio) e 0,25 grammi di nitrato d’argento.
In un secondo recipiente si sciolgono in un litro d’acqua distillata, 5 grammi di nitrato d’argento.
Si versa quindi dell’ammoniaca.
Questa dapprima assume uno stato solido e precipita sul fondo del recipiente, poi si scioglie: si cesserà di aggiungere ammoniaca quando il precipitato è sciolto del tutto.
Si uniscono quindi tra di loro i due composti e si mescola fino a che avranno raggiunto la perfetta omogeneità.
A questo punto, con del normale stucco per vetrai si realizza un bordo tutto intorno al cristallo, in modo da trattenere il liquido.
Si versa quindi una piccola parte del preparato sul cristallo e si distribuisce con uniformità su tutta la superficie utilizzando una pelle scamosciata perfettamente pulita.
Si passa poi a versare l’intero preparato.
Ci vuole circa un’ora perché l’argento precipiti del tutto, dopo di che si può eliminare il liquido rimanente per poi provvedere ad un’accurata pulizia con acqua distillata.
Attendere la completa essiccatura senza muovere il cristallo.
Appare a questo punto la rinnovata pellicola d’argento che deve essere protetta con uno strato di gommalacca (6 grammi disciolti in 300 cc di alcol) e, quando anche questa si sarà completamente asciugata, si provvede a verniciare con una mano di comune vernice colorata.
Tutte le dosi dei vari componenti sono per una superficie di un metro quadrato: per superfici più limitate i componenti dovranno essere utilizzati in proporzione.
Grazie, una domanda indicativamente quanta ammoniaca deve essere aggiunta? Io ho provato, ma non precipita sul fondo.
Ho provato a fare una dose pari a 100 + 100 ml di acqua, ma non sono riuscito.
Diciamo che su un litro di acqua distillata possiamo pensare a circa 250 ml di ammoniaca. L’importante però è aggiungerla goccia a goccia per fermarsi quando dallo stato solido iniziale, l’ammoniaca diventerà liquida.
grazie, tutto molto interessante.
Un paio di domande:
l’ammoniaca va versata in quale dei due recipienti ed è quella di uso comune?
ottima spiegazione teorica.Adesso si chiede all,operatore di avere una netta predisposizione alla manualita dell’operazione ed il gioco e,fatto.